Campionario
delle tecniche
Questa sezione è dedicata alla visualizzazione e all’orientamento, è un campionario di esempi stampati. Individua possibili approcci e mostra possibili risultati con il presupposto che la tecnica non vincola necessariamente il risultato finale. Non pretende di essere una classificazione completa o esaustiva, poiché la combinazione di tutti i fattori ogni volta produce nuovi esiti. Conoscenza della tradizione, ricerca e sperimentazione sono elementi fondamentali per ogni percorso creativo.
Gestuale / di segno
Esempi di ricerche che prediligono il segno. Risultati in stampa ottenuti da matrici incise con tecniche tradizionali a rilievo o a incavo, litografia e serigrafia; includendo processi meccanici e fotomeccanici, sperimentali e utilizzo di macchinari a controllo numerico.
Ceramolle su zinco
La caratteristica della Ceramolle è di poter ottenere segni simili a quelli della matita e altrettanto delicati. Incidere su zinco può essere la scelta corretta se l’esigenza è di ottenere segni più marcati e corposi: l’azione dell’acido nitrico permette di rompere con più facilità gli argini del segno. Qui la pulitura a garza della matrice ha permesso di fondere segno e fondo, mantenendo un sapore più vellutato e meno contrastato.
Francesca Gagliardi,
dettaglio - carta Hahnemühle bianca 300g
Puntasecca, bulino e roulette su rame
Utilizzare più strumenti per l’incisione diretta è come avere a disposizione un vocabolario e, come accade con le parole e il suono, le possibilità di variazioni del segno sono infinite. La matrice in rame, a differenza di altri metalli, permette di ritornare su alcune decisioni, di cancellare in parte o ritornare allo stato iniziale, per poter nuovamente incidere o per creare effetti particolari. L’inserimento in chine-collé in carta giapponese colorata sottolinea quanto sia interpretativa e importante la fase di stampa.
Valeria Manzi,
dettaglio - carta Hahnemühle bianca 300g
Puntasecca su plexiglass
Scegliere il plexiglas significa sapere che non è possibile cancellare nessun gesto. E’ un materiale molto duttile che registra tutto, persino i graffi accidentali più impercettibili. Allo stesso tempo è molto maneggevole e leggero e facilmente trasportabile, come nel caso di quest’artista che ha deciso di lavorare en plein air. Disegnare-incidere direttamente sulla superficie permette di ottenere solchi più o meno profondi. Il risultato in stampa è molto grafico e nitido, pur mantenendo la barba tipica della puntasecca. La pulitura a carta, seppur più complicata in termini di controllo rispetto al metallo, aiuta a amplificare questa sua caratteristica.
Ola Eibl,
dettaglio - carta Hahnemühle bianca 300g
Acquaforte su rame
Perché è molto differente fare un segno in acquaforte piuttosto che in puntasecca? Se nel primo caso è l’azione dell’acido che incide, nel secondo è l’intervento diretto della mano che scalfire con una punta il metallo e che determina la profondità e l’efficacia del segno. Un’azione fisica molto differente. In questo caso, dunque, la fluidità dello scarabocchio è resa possibile esclusivamente dall’asporto della vernice di protezione stesa anticipatamente su tutta la superficie del metallo; l’acido ha agito solo penetrando nelle parti del metallo scoperte.
Clauser Lars,
dettaglio - carta Graphia 270g
Acquaforte su zinco
Il processo applicativo dell’Acquaforte è rimasto invariato per più di cinque secoli. Sono cambiati i supporti, le vernici ma, tutto accade come avveniva già nel 1500. Basta capire la funzione di ogni passaggio, la chimica e dunque conoscere la reazione dei diversi materiali per giocare e gestire secondo la propria intenzionalità; tutti elementi fondamentali quanto il concetto dell’opera e la sua progettazione. Usata come schizzo preparatorio, la matrice è stata incisa più volte preservando zone diverse, scoprendo segni differenti e incidendo ogni volta con un tempo variabile sino a mangiare in alcune parte tutto lo spessore del metallo. La fisicità dei segni bianchi anticipa ciò sarà la realizzazione di un oggetto vero e proprio oggetto scultoreo.
Andrea Sala,
dettaglio - carta Hahnemühle bianca 300g
Puntasecca su zinco
La caratteristica della Puntasecca sono le barbe, o residui di metallo che si formano ai margini del solco tracciato dalla pressione della punta e sono il risultato dello spostamento fisico del metallo; un vero e proprio ricciolo che durante la fase di pulitura in stampa trattiene ulteriormente l’inchiostro sfumando visivamente il segno. Scegliere specificatamente il supporto su cui incidere significa dunque decidere quale tipo azione fisica esercitare e di conseguenza quale tipo di risultato visivo raggiungere. Una scelta che influirà anche sul processo di stampa.
Ola Eibl,
dettaglio carta Zerkall Bütten 720 275g
Saldatore su rame
Intervenire direttamente su una matrice significa anche poter fissare su una superficie un movimento velocemente, senza esitazioni o possibilità di ripensamento. L’artista ha deciso di usare un saldatore a elettrodi per ferro direttamente sulla matrice di rame, unendo un supporto nobile della tradizione a strumenti moderni. Gli elettrodi si consumano, depositando gocce e schizzi di ferro che si fondono alla superficie; ma la lentezza della saldatura non riesce ad assecondare la velocità del gesto. Il segno è quindi a singhiozzo, intermittente, su un fondo graffiato e non lucidato, che raccolto grazie a una pulitura a garza crea un tappeto sonoro all’immagine figurativa.
Cristian Boffelli,
dettaglio - carta Hahnemühle naturale 350g
Ceramolle su rame
La tecnica della Ceramolle permette di rispettare la naturalezza della gestualità legata al segno. Fissare il segno e la sua caratteristica visiva significa anche tracciare e registrare fisicamente il movimento e la pressione stessa del gesto. In questo caso l’artista ha usato matita e retro del pennello per intervenire su due matrici, una per il nero e l’altra per il colore. Il procedimento à la poupée in fase di stampa ha permesso di lavorare con più colori sulla stessa matrice.
Sandro Martini,
dettaglio - carta Velin Arches 270g
Ceramolle su rame
Dopo una traccia iniziale incisa con il procedimento tradizionale della Ceramolle, l’artista ha lavorato sulla matrice sia durante la fase di stampa - creando zone di saturazione di colore o altri effetti monotipici - che direttamente sul foglio già stampato, con matite e carta vetrata. Il processo di stampa monotipico è un procedimento d’inchiostrazione di una matrice incisa, durante il quale l’autore o lo stampatore dichiaratamente si spingono oltre la semplice pulitura lasciando zone differenti dello stesso inchiostro o di colori differenti, interpretando così ogni volta diversamente la stessa matrice.
Kristin Groethe,
dettaglio - carta Hahnemühle bianca 300g
Puntasecca su alluminio
L’alluminio è un metallo duttile, si può incidere direttamente con una punta e ottenere solchi molto profondi con grosse barbe. Il risultato visivo è molto deciso e ha effetto particolarmente tridimensionale. Allo stesso tempo, a differenza di altri metalli, per la sua morbidezza registra qualsiasi lieve graffio, impossibile da eliminare una volta che il materiale è stato intaccato. Nel caso specifico alla pulitura a carta della matrice sono stati aggiunti in fase di stampa alcuni inserti colorati di carte molto sottili in chine-collé.
Francesca Gagliardi,
dettaglio - carta Hahnemühle bianca 300g
Ceramolle, Puntasecca su rame
Si posso mescolare tecniche dirette e indirette procedendo per gradi di lavorazione per ottenere diverse variazioni di segno. In questo caso l’artista ha steso su tutta la matrice una vernice morbida e sensibile, e sovrapposto una carta molto leggera su cui tracciare il proprio disegno. La pressione esercitata dal gesto ha sottratto la vernice, scoprendo i segni; se in questa fase è l’acido a incidere il segno, il secondo e successivo intervento è stato fatto, invece, direttamente con una punta.
Kristin Groethe,
dettaglio - carta Hahnemühle bianca 300g
Fotopolimero
I fotopolimeri sono materiali plastici idrosolubili e sensibili ai raggi ultravioletti contenuti nello spettro elettromagnetico della luce solare o in particolari strumenti chiamati bromografi dotati di lampade a radiazione ultravioletta. L’esposizione della lastra alla luce del sole o della lampada, per il tempo necessario, fa sì che il polimero che la ricopre si indurisca in modo definitivo non risultando più solubile in acqua. E’ una tecnica indiretta che permette di avere una libertà estrema nella manipolazione della propria immagine. L’artista è partita da un suo disegno a china unendolo con un’elaborazione in Photoshop a un’altra sua fotografia ed è intervenuta sulla pellicola finale prima di posarla sulla matrice in polimero.
Alessandra Angelini,
dettaglio - carta Hahnemühle bianca 300g
stampa Giclèe, xilografia su legno di filo
Alessandra Angelini,
dettaglio - carta Graphia bianca 275g
Pittorico
Spazio, campiture e approccio pittorico. Risultati in stampa ottenuti da matrici incise con tecniche tradizionali a rilievo o a incavo, litografia e serigrafia; includendo processi meccanici, sperimentali e utilizzo di macchinari a controllo numerico.
Acquatinta su ottone
Applicare il metodo tradizionale dell’acquatinta significa dover circoscrivere e isolare con una vernice di protezione l’area che si desidera incidere, è quello che l’artista ha fatto in questo caso prima di polverizzare e fissare il bitume giudaico per poi immergere la matrice in acido. Il colore è stato concepito su due livelli, dunque su due matrici: una per i bruni e l’altra per i blu. Le diverse tonalità di colore sono ottenute grazie all’incisione con più tempi di acidatura e differenti polverizzazioni di bitume.
Ali Hassoun,
dettaglio - carta Hahnemühle bianca 300g
Monotipia su matrice in metallo
Quando si parla di Monotipia si fa riferimento al concetto di unicità, dal greco "unica impronta". Il Monotipo è il risultato in stampa di una matrice non incisa, ma usata come supporto su cui stendere l’inchiostro, in genere a pennello o a rullo. Il passaggio sotto il torchio riporta su carta, infatti, l’impronta dell’immagine appena dipinta. Con uno strato sottilissimo di inchiostro è possibile rispettare la fedeltà dell’immagine senza incorrere in risultati imprevedibili dati dallo spostamento anomalo dell’inchiostro. Dal dettaglio si capisce come l’artista abbia prima rullato su tutta la superficie con un unico colore e poi dipinto con il nero.
Luca Mengoni,
dettaglio - carta Hahnemühle bianca 300g
Acido diretto su rame
L’effetto è simile all’acquarello. Si possono ottenere campiture molto delicate, evanescenti o di toni leggerissimi, oppure per insistenza di pennellate sulle stesse aree arrivare a definire e saturare la zona interessata. L’artista ha lavorato distribuendo e dividendo su tre matrici differenti colori caldi e colori freddi. Ha inoltre sfruttato la caratteristica di fusione degli inchiostri calcografici durante la fase di stampa, con la sovrapposizione a registro delle matrici.
Massimo Lomasto,
dettaglio - carta Hahanemühle bianca 300g
Fotopolimero
Incidere attraverso la luce. E’ quello che accade utilizzando matrici polimere fotosensibili. Nel caso specifico l’artista ha realizzato su carta un disegno a china con pennino e pennello, lo ha scansionato e riportato su pellicola trasparente. Con un bromografo a luce ultravioletta ha posato la pellicola sulla superficie fotosensibile, ottenendo così il fissaggio di alcune parti del polimero. L’azione della luce ha prodotto dei micro solchi, un risultato del tutto simile all’azione dell’acido. Infine con procedimento in stampa à la poupée ha ottenuto un’immagine con sfumature delicate di diversi colori.
Alessandra Angelini,
dettaglio - carta Zerkall 275g
Monotipia su matrice di plexiglass
Quando si lavora in monotipia non sempre si riesce ad avere un controllo totale della materia. In base alla quantità d’inchiostro stesa sul supporto e alla pressione durante il passaggio sotto il torchio spesso accadono degli imprevisti. Se si procede per gradi, come in questo caso, l’incidente non è più necessariamente visto come un errore. Se controllato e reintegrato secondo la composizione, può essere un’opportunità di riflessione e parte del processo di lavorazione.
Julia Binfield,
dettaglio - carta giapponese 30g
Riserve e acidatura piana su zinco
Con un pennello intriso di vernice protettiva è possibile far cadere una certa quantità di liquido sulla superficie della matrice. Sono le zone che nell’immagine si vedono bianche, perché coperte sino all’ultima fase di lavorazione. Il resto del metallo è stato invece intaccato dall’acido procedendo di volta in volta con le aree di protezione. Il risultato gioca sulla composizione: la pennellata bianca in primo piano è nitida grazie alla presenza dell’atmosfera pittorica concentrata e al tempo stesso rarefatta del fondo.
Massimo Lomasto,
dettaglio - carta Hahanemühle bianca 300g
Maniera allo zucchero su rame
Permette di tracciare un disegno libero e spontaneo. Per definire le campiture, l’artista ha steso con un pennello sulla matrice uno strato viscoso di acqua zuccherata unita a un inchiostro di china e, dopo l'asciugatura, ha applicato una vernice di protezione su tutta la superficie. Immergendo la lastra in acqua calda lo zucchero si è sciolto, scoprendo nuovamente le aree dipinte, su cui si è poi potuto procedere con l’acquatinta. L’effetto visivo d’idrorepellenza del segno è dato dalla reazione chimica del contatto tra sostanza zuccherina con la superficie della lastra non perfettamente sgrassata.
Corbacciò,
dettaglio - carta BKF RIVES 300g
Mokulito
Il Mokulito è processo di stampa che utilizza gli stessi principi della litografia tradizionale. Partendo da una superficie di legno è possibile stampare con un torchio calcografico sottili tavole dipinte o disegnate con sostanze grasse. É quello che ha fatto l’artista utilizzando inchiostro, pastelli e matite per litografia. La partecipazione visiva delle venature, l'opportunità di intervenire con tecniche a incavo durante la fase stampa e la possibilità di lavorare su grandi formati sono tra i motivi che determinano la scelta di questo materiale.
Luciana Meazza,
dettaglio - carta giapponese 60g
Roulette su alluminio
Oltre alla classica punta che permette di tracciare un solco sulla matrice in questo caso l’artista ha utilizzato una o più roulette. La roulette o rotella è una piccola ruota dentellata o puntinata in metallo che contribuisce alla resa di un effetto sgranato. Se l’uso di questo strumento rimane simile al gesto di incidere con una punta, ossia di scalfire direttamente il metallo, l’azione di intaccare con pressioni differenti spazi più ampi della superficie dalla lastra, permette di ottenere vere e proprie campiture incise e di modulare l’intensità dei toni.
Nino Crociani,
dettaglio - carta Hahnemühle bianca 300g
Acquaforte, acquatinta su rame
Ferruccio Fanti,
dettaglio - carta Hahnemühle bianca 300g
Maniera nera su rame
E’ una tecnica calcografica diretta che consente di ottenere effetti di tonalità liquide, trasparenze e sfumature finissime. Normalmente si procede sulla matrice di volta in volta aggiungendo segno su segno, tono su tono per arrivare al nero. In questo caso invece si inverte il processo creativo. L’artista ha inciso con movimenti ripetuti e incrociati, tutta la superficie con uno strumento di metallo: una piccola mezzaluna d'acciaio il cui tagliente anziché avere un filo continuo è formato da un’acuminata serie di punte; a lastra granita ha lavorato con un brunitoi e raschietti per ritrovare tonalità più chiare. La fase di inchiostrazione è molto delicata a causa delle barbe date dallo spostamento del metallo.
Jacques Jesion,
dettaglio - carta fabriano 300g
Materico
Effetti di rilievo e tridimensionalità. Risultati ottenuti grazie all'applicazione di materiale sulla superficie della matrice: carborundum o paste sintetiche. Rilievi della carta dati da matrici incise; includendo processi meccanici, sperimentali o utilizzo di macchinari a controllo numerico.
Collografia su alluminio
Si possono creare immagini pittoriche e materiche al tempo stesso, depositando paste fluide su lastre di metallo. L’artista ha tracciato alcuni segni con il retro di un pennello, durante la fase di asciugatura del materiale, attendendo poi alcune ore prima di poter stampare. Il resto è dato esclusivamente alla fase d’inchiostrazione, dove i colori sono stati aggiunti in zone specifiche della composizione e la tinta piatta arancione è ottenuta rullando sottili lamierini di metallo. Tutto ottenuto con un unico passaggio sotto il torchio.
Tommaso Cascella,
dettaglio di stampa su carta Hahnemühle bianca 300g.
Chine-collé
Si possono inserire durante la fase di stampa ritagli di carta colorata, depositandoli sulla matrice con la faccia incollata, opposta alla superfice già inchiostrata. Il risultato non è dichiaratamente materico, generalmente le carte sono di grammature finissime, ma pur sempre addizionale e come tale modifica sia fisicamente sia percettivamente il foglio stampato.
Valeria Manzi,
dettaglio - carta Hahnemühle bianca 300g.
Carborundum, Modeling Past su zinco
Il carborundum è una soluzione tecnica utilizzata negli anni sessanta da Henri Goetz. Si mescola con una vernice-collante la polvere di carborundum e si stende con il pennello o con la spatola sulla lastra. L’indurimento della pasta permette l’inchiostratura e la stampa al torchio. L’artista ha sostituito alla vernice, il Modeling Paste, una pasta modellante a base acrilica che, utilizzata pura o mescolata al Carborundum crea superfici più o meno porose. Una soluzione che in stampa restituisce molteplici variazioni materico – tonali.
Kiss Zoltan,
dettaglio - carta Hahnemühle bianca 300g.
Monotipi con cartone ondulato e cartoncino
Luca mengoni,
dettaglio - carta Hahnemühle bianca 300g
Xilografia su multistrato
Il termine che definisce questa tecnica, deriva dal greco ξύλον - legno - in latino Xylo. La matrice di origine è dunque una tavola di legno. Se scavata con gli specifici strumenti, le sgorbie, si posso ottenere segni in il cui risultato in stampa è bianco, mentre le parti in rilievo risparmiate, sono inchiostrate. Durante la stampa, dopo aver rullato uniformemente tutta la superficie con il colore desiderato, in questo caso il nero, è possibile esercitare una pressione maggiore con il torchio per ottenere un segno bianco con un rilievo evidente creando un effetto materico.
Gunter Puch,
dettaglio - carta Hahnemühle bianca 300g.
Puntasecca e modeling past su alluminio
Gianfranco Asveri,
dettaglio - carta Hahnemühle bianca 300g
Modelig past e puntasecca su alluminio
Gianfranco Asveri,
dettaglio - carta Hahnemühle bianca 300g
Grafico/ Illustrativo
Immagini legate alla grafica, all’editoria, all’illustrazione. Risultati in stampa ottenuti da matrici incise con tecniche tradizionali a rilievo o a incavo, litografia e serigrafia; includendo processi meccanici, sperimentali e utilizzo di macchinari a controllo numerico. Tecniche miste tra Fine Art e metodi tradizionali.
Acquaforte, acquatinta e chine-collé su rame
Corbacciò,
dettaglio - carta Hahnemühle naturale 300g
Processo litografico su matrice polimera
Federico Ferrarese,
dettaglio - carta Hahnemühle bianca 300g
Posa UV, acquatinta su ottone e stampa digitale Fine Art
Fornasetti,
dettaglio - carta Hahnemühle bianca 300g
Monitipia con riporto di caratteri tipografici
test,
dettaglio - carta Hahnemühle bianca 300g
Fotografico
Esempi di immagini di natura fotografica. Risultati in stampa ottenuti da matrici in metallo o polimere, incise con processi fotomeccanici a rilievo e a incavo, litografia e serigrafia; includendo processi sperimentali, utilizzo di macchinari a controllo numerico, tecniche miste e Fine Art.
Processo litografico su matrice polimera
Melina Mulas,
dettaglio - carta Hahnemühle bianca 300g
Gumprint
E’ un processo di stampa che avviene tramite il torchio calcografico. Si disegna, si dipinge o si stampa con sostanze grasse: lapis, inchiostro litografico o toner depositato su una superficie di carta. Una volta finito e protetto il retro del foglio, si inchiostra con un rullo sulla carta stessa che in questo caso diviene la nostra matrice; alternando stesure di protezione con gomma arabica e passaggi di pulitura con acqua. Il principio, ripreso dal procedimento della litografia tradizionale, si basa sull’azione di idrorepellenza tra sostanze grasse e acqua. In genere può essere scelta anche per produrre soggetti fotografici; come in questo caso, dove l’artista ha scelto di utilizzarla per creare un’atmosfera molto rarefatta.
Young Ju Oh,
dettaglio - carta Graphia bianca 275g
A14
Stampa originale d’arte e consulenze per l’arte contemporanea
Daniela Lorenzi
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